Nello scorso articolo (clicca qui) ho analizzato le
peculiarità del sistema a noi contemporaneo che inducono a tutta una serie di
comportamenti omogenei nella popolazione, in questo articolo vorrei invece
riportare una riflessione di Pasolini comparandola con la realtà di oggi.
Pasolini portò molte argomentazione sul motivo per cui i
cosiddetti medium di massa generano dei comportamenti omogeneizzanti. Secondo
Pasolini i media tendono alla mercificazione e all’alienazione dell’individuo,
oggigiorno il motivo per andare a scuola non è più lo sviluppo della persona,
l’arricchimento culturale e l’acquisizione di un forte senso critico, bensì
l’acquisizione di competenze spendibili sul mercato del lavoro.
Il messaggio che viene dato allo studente dal basso (forse
inconsciamente) è quello di acquisire più competenze tecnico-professionali
possibili in modo da poterle spendere nel mercato del lavoro, di fatto si
costruisce il prodotto-studente per poi poterlo vendere al prezzo maggiore
quasi come una meretrice!
Il processo di mercificazione e di alienazione della società intrapreso dai media non è, come
molti pensano, uno sviluppo della società, bensì un regresso di quest’ultima.
L’individuo tende ad appiattirsi
rispetto all’opinione dei media, perché ne è succube e quindi in maniera
indiretta la libertà di opinione viene “soppressa”. Il regresso si verifica
quando in nome del “staremo meglio
domani” o del “i mercati insegneranno agli italiani a votare”, la democrazia si
piega su sé stessa e in nome di essa si compiono degli atti completamente
antidemocratici come la precarizzazione del lavoro e le politiche di austerità:
Grecia docet.
Pasolini parlò poi della sprovvedutezza ed ingenuità di molti
telespettatori che quindi si farebbero altamente influenzare da ciò che viene
riportato dai media, successivamente argomentò la tesi secondo la quale
utilizzando i media di massa ci si porrebbe su una condizione diseguale, in cui
chi riporta opinioni e verità (non forzatamente fattuali), avrebbe un rapporto
da superiore a inferiore rispetto ai telespettatori. Pasolini chiude le sue
tesi, definendo i medium di massa come antidemocratici, soprattutto in
relazione all’ultima tesi da lui posta.
Basta accendere la televisione nel 2021 per essere inondati
di propaganda sinofoba e russofoba (ps: sulla Cina le opinioni sono molto
diverse anche tra le nostre fila ma questo non è un motivo per giustificare la
propaganda 24/7 piena di fatti assurdi o palesemente inventati), in questi
giorni si è letto e sentito di tutto e di più, dalla “casacca di Mao” indossata
da Xi Jinping durante i festeggiamenti del centenario del PCC al povero ex
detenuto di Guantanamo che potrebbe essere rimpatriato in Russia, in cui
rischia la libertà (è stato a Guantanamo per 15 anni e le Nazioni Unite solo
ora se ne escono con queste dichiarazioni sulle sue future condizioni in
Russia, insomma Antonio Guterres e il suo club di frati indovini!), mentre per
un uomo che ha vissuto dal 2012 al 2019 all’interno di un’ambasciata dopo aver
svelato parte dei crimini di guerra degli Stati Uniti e attualmente detenuto al
carcere di Belmarsh (un carcere britannico comparabile per le condizioni di
vita a Guantanamo) ha alzato la voce solo qualche parlamentare italiano. Tutto
questo è indecente, ma rispecchia pienamente l’epoca in cui viviamo. Qualche
settimana fa ascoltai un intervento del sociologo del lavoro De Masi, il quale
spiegò in modo molto semplice come in questi ultimi decenni si siano
ripresentate delle teorie economiche liberiste, certo con sfumature diverse
rispetto al passato, quindi neoliberiste, ma - spiegò poi - non si è presentato
un consistente pensiero economico neomarxista che si possa contrapporre al
neoliberismo, quindi di fatto viviamo in un periodo in cui non c’è nessuna
contrapposizione rilevante tra teorie economiche differenti o tra ideologie,
c’è il nulla più assoluto e, in questo nulla, l’unico pensiero consistente,
quindi un pensiero unico, domina incontrastato, la sua essenza si rispecchia
nel modo di vivere della gente, la quale a prima vista potrebbe sembrare
razionale e “post-ideologica”, ma dopo un'analisi non proprio banale
l’ideologia neoliberista completamente interiorizzata dalle persone emerge in
tutte le sue contraddizioni, le quali sono onnipresenti ma invisibili agli
occhi dei tanti, le contraddizioni del neoliberismo sono, di fatto, divenute
parte stessa del comportamento umano nei Paesi occidentali.
Vorrei riportare infine due citazioni che considero molto
importanti (anche se ormai sono diventate banali a causa del loro utilizzo
massiccio): Orwell diceva “In tempi di menzogna universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”, mentre Joseph Goebbels
(Ministro della propaganda, poi Cancelliere del Reich) diceva “Ripetete una
bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
Credo sia fondamentale che la gente concepisca il fatto di
trovarsi in un periodo storico particolare, certo, non superiore a quelli
precedenti ma successivo a questi, noi non viviamo nel dopo-storia, noi siamo
all’interno del processo storico e in quanto presenti siamo completamente
condizionati rispetto a ciò che è accaduto e le nostre azioni (o meglio le
azioni che siamo portati a fare) condizioneranno ciò che verrà in futuro, ora
sembra di vivere in un periodo statico, non c’è nessun progresso, sembra che
non ci sia neanche la speranza nel futuro (soprattutto nei giovani), ci stiamo
(o ci stanno) abituando alla possibilità di condurre una vita di precariato,
anzi, all’inevitabilità di questo evento, ma il futuro è nelle nostre mani, sta
a noi svegliarci dal Paese dei Balocchi e prendercelo!
Commenti
Posta un commento