Passa ai contenuti principali

RIFLESSIONI SUL CONFORMISMO -Parte Prima - di Giacomo Fontanari

 



Qualche giorno fa, durante un momento di riflessione su cosa sia veramente il conformismo, ho visto contrapporsi due diversi stili di vita che caratterizzano la quasi totalità delle persone: da una parte un moderato conformismo (indotto) e dall’altra uno stile di vita che si concretizza in un consistente anticonformismo figlio del mio orientamento politico.
Credo sia essenziale specificare che non si tratti di anticonformismo visto come il disprezzo verso ciò che fa la massa per il puro voler andare controcorrente, ma dell'atteggiamento di colui che non vuole essere un cagnolino obbediente e che quindi prova disprezzo verso ciò che viene ampiamente indotto e che quindi tutti fanno.
Io non decido di non andare da McDonald’s perché vanno tutti, ma perché McDonald’s rappresenta la distruzione del tessuto economico nazionale, rappresenta una subcultura culinaria con cui non voglio avere a che fare e, soprattutto, di cui nessuno ha bisogno, anzi; il bisogno di andarci viene indotto.
Il modello Coca Cola tanto sponsorizzato durante la Seconda Guerra Mondiale è molto simile a quello McDonald’s: con quest’ultimo condivide la mediocrità della qualità dei prodotti. Con la Coca Cola ci si possono pure sturare le tubature e fare giochi di magia con i chiodi.
 
Qui, dunque, è iniziata la prima parte della mia riflessione: com’è possibile che in Italia, con tutte le eccellenze culinarie che sono presenti - abbiamo eccellenze praticamente di qualsiasi tipologia di piatto, dagli Arancini (o Arancine) siciliani, passando per i Mustaccioli campani, arrivando allo Speck dell’Alto Adige -, la gente scelga di andare a mangiare “cibo” (con tante virgolette) di bassissima qualità? La risposta è tanto semplice quanto questo stile di vita è sedimentato nella società.
E' quasi tutto indotto; d’altronde, viviamo in un paese fondatore della NATO e, come la maggior parte dei paesi colonizzati, anche la cultura deve essere imposta -ah giusto, la “cultura”- . 
Il conformismo crea una sorta di testuggine romana che avanza e che però non travolge gli ostacoli, ma li ingloba e li costringe all'avanzata, costringe gli anticonformisti a conformarsi. Vuoi mangiare cibo vero e salutare? Bene, McDonald's creerà dei nuovi panini con carne 100% italiana e bio, così gli anticonformisti si conformeranno e coloro che si professano contro la globalizzazione penseranno di sostenere l'economia nazionale: ecco servito il piatto “perfetto”.
 
Il conformismo è, ovviamente, strutturalmente radicato nelle persone in altri ambiti ben meno consci.
Ad esempio, la propaganda di blocchi geopolitici contrapposti fra loro è onnipresente; in qualsiasi emittente televisiva o testata giornalistica, quando salta di mezzo la propaganda, la razionalità delle informazioni (quella poca che è rimasta) svanisce completamente e l'indotto propagandistico punta tutto sull'emotività e sul racconto distorto di fatti o eventi. Tutto questo viene interiorizzato dall'ascoltatore, il quale, poi, sentendo qualsiasi informazione razionale che effettivamente smentisce quella appresa precedentemente, rimarrà sempre fedele alla prima informazione e anzi inizierà ad etichettare come “complottista” chiunque, usando la razionalità, prenda anche solo in considerazione la seconda notizia. La prima notizia può tranquillamente essere smentita un paio di giorni dopo, magari nell'ultima pagina di un giornale con il font a grandezza 5; poco importa, la legge lo consente lo stesso.
 
Credo sia essenziale per tutti sviluppare una riflessione in tal senso: non bisogna accettare tutto quello che ci viene servito su un piatto d’argento. Il fatto va visto in modo critico e soprattutto va utilizzata la razionalità; queste abilità dovrebbero essere allenate costantemente (magari a scuola), ma vengono disperse. Per la nuova classe dirigente, evidentemente, è molto meglio un popolo che si fa trainare dall'emotività, rispetto ad uno che si batte per ciò che veramente vuole; nel contesto siffatto,  il conformismo non è altro che il braccio del potere.

Commenti

Post popolari in questo blog

ELOGIO ALLA VITA di John Macklemore

  Oramai è da molto tempo che le nostre vite sono state messe alla prova: la dedizione, il coraggio e la tenacia che sostengono i nostri nobili ideali rafforzano contemporaneamente quell'ardente desiderio di cambiamento volto a scoprire e ricercare nuove chiavi di lettura che, con ingegno e fantasia, riescano a svelare gli infiniti misteri che permeano la Vita, la Natura e l'Universo. Creare continue connessioni fra gli elementi del reale e dell'immaginario, valorizzate da un continuo dialogo fra credenze e saperi delle varie culture, ponendo come assunto fondamentale l'immutabile ed eterna staticità del cambiamento. Infatti, ogni singola conoscenza sviluppata e reinterpretata nel corso dei secoli ha sempre avuto come obiettivo quello di fare interagire il passato, il presente ed il futuro ricercando perpetuamente quell'armonia che mette in connessione le nostre emozioni, i nostri sentimenti e la nostra ragione con ogni elemento visibile ed invisibile, avendo co

COMUNISTI, ULTIMA CHIAMATA di Moreno Pasquinelli

  «Quando senti suonare la campana non chiederti per chi suona. Essa suona anche per te». Ernest Hemingway Con lo spauracchio della pandemia il governo Draghi ha prolungato lo Stato d’emergenza e, col cosiddetto “green pass”, ha reso  de facto  obbligatoria la vaccinazione di massa. Con una fava due piccioni: si istituisce uno strumento politico di controllo e discriminazione sociale facendo così compiere un salto di qualità all’inveramento di un orwelliano Stato di polizia. Guai a chi nega che qui ci sia un  salto di qualità . Dicemmo, l’anno scorso, che entravamo in un territorio inquietante e sconosciuto. Ora i timori più terribili iniziano a prendere forma. Che il “green pass” sia un diabolico strumento di discriminazione sociale lo dicono quelli stessi che lo hanno concepito.  Draghi docet : “Chi non si vaccina porta la morte”. Chi rifiuterà di diventare cavia di pseudo-vaccini sperimentale; chi non metterà il suo corpo a disposizione del governo; chi intende disobbedire al comand

CONTRO LA GENERAZIONE NICHILISTA di Billy Piorrea

Mi rivolgo soprattutto a quelli della mia età e generazione, noi abbiamo il potere di cambiare le cose in futuro, abbiamo la responsabilità di farlo. Per troppo tempo ci siamo disinteressati della vita sociale, per troppo tempo abbiamo pensato solo al nostro personalissimo tornaconto e ci siamo adagiati su comodità illusorie che semplificano la vita e allo stesso tempo la distruggono. Mi rivolgo alla mia generazione, la generazione social e xanax dipendente.  Continuiamo pure a comprare online su amazon, a guardare netflix a sostenere x factor e la serie A, cintinuamo cosi. Un giorno quando usciremo per strada e ci accorgeremo di essere soli perché tutti i locali sono chiusi forse ci renderemo conto del mondo che stiamo criminalmente creando, tutti noi, nessuno escluso. Quando le scuole e le università diventeranno centri militari di formazione, quando gli ospedali saranno luoghi di morte invece che di cura, quando nessun bar sarà più aperto, quando nessuna musica dal vivo sarà più suo