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TRE CERVELLI IN UNO di Simone Lodovici

 


Cari lettori e Care lettrici,

Quest'ultimo anno è stato particolarmente strano per tutto il genere umano. La pandemia di Covid-19, un evento di importanza tanto superlativa quanto epocale per la sua unicità, ha completamente scombussolato le abitudini della stragrande maggioranza delle persone, innescando nella società una serie di processi adattivi che hanno il conclamato scopo di renderci più flessibili e digitalizzati in vista della fantomatica "nuova normalità".

Un segnale particolarmente positivo è che molte persone hanno intuitivamente riconosciuto che molte vicende, strettamente intrecciate con la realizzazione di questa *nuova normalità", siano ancora da chiarire ed approfondire, perché paradossali e contraddittorie già nella loro essenza.

Tuttavia, seppur siano in molti ad aver notato un'incoerenza abissale fra le parole pronunciate, le statistiche redatte e le azioni compiute, la narrazione dominante continua a funzionare nel suo complesso , anche perché nel frattempo sono stati impiegati degli strumenti e delle norme funzionali al mantenimento ed al potenziamento del sistema dominante, di cui molto è stato scritto in questi mesi di attività sul blog di Prima Linea.

L' evoluzione di questi eventi segue  delle logiche complesse che hanno sempre posto studiosi di svariate discipline nella difficile impresa di comprendere il manifestarsi di certe dinamiche; come facilmente intuibile sono tantissime le risposte che si sono date, e molti i punti di partenza che si sono presi in considerazione.

In questa sede mi limiterò ad esporre quello che è sicuramente uno dei più interessanti, perché fornisce un'idea panoramica ma allo stesso tempo esaustiva : la "Triune Brain".

Questa ipotesi, chiamata anche "teoria dei tre cervelli" , è stata avanzata dal neurologo Paul MacLean negli anni Settanta e anche se nel corso del tempo è stata rivista e modernizzata , l'assunto di fondo non è cambiato:il cervello umano funziona con tempi e sequenze differenti.

Questa teoria innovativa vede il cervello umano suddiviso in tre parti:

 

        Cervello rettile : è la parte più antica e sostanzialmente è legata all'inconscio perché questa è la sede degli istinti primari, per esempio quello di sopravvivenza e di attacco - fuga.

 

        Sistema limbico : è legato al preconscio ed è sia la sede dei desideri che delle emozioni, ed è designato sia alla comunicazione che agli affetti.

 

        Neocorteccia: è la parte più moderna e corrisponde al ragionamento logico-razionale.

 

Detto ancora più semplicemente :Il cervello "rettiliano" è la parte del nostro cervello che è affascinato dalle promesse(anche quelle insensate), dalle visioni, e dai leader perché assicurano protezione e sicurezza;

Il Sistema Limbico, invece, è particolarmente affascinato da storie, narrazioni e messaggi che esaltano valori universali perché coinvolgono emotivamente ;

Infine la Neocorteccia è quella parte di noi affascinata da numeri, statistiche e frasi bilanciate ma anche la stessa dove, per via del grande sovraccarico cognitivo, si formano i bias cognitivi, ovvero quelle "scorciatoie mentali" condizionate da concetti non necessariamente collegati su base logica,il che porta ad una valutazione distorta della realtà.

Una delle tante conclusioni che si possono trarre da questa questa brevissima analisi dell'ipotesi di P. MacLean è che l'essere umano è affascinante nella sua complessità, ma è anche limitato da una razionalità ricca di difetti i cui danni si possono "arginare" mediante una conoscenza, anche solo panoramica, dei nostri pregi e dei nostri difetti.

Viviamo in una società che da sempre veicola conoscenza e cultura per educare ed informare attraverso criteri, regole e norme dell'agire e del pensare, ma che allo stesso tempo utilizza la stessa cultura e le stesse conoscenze a scopi manipolativi e di controllo.

Avere un'idea di se stessi, come insegnano i grandi maestri che ci hanno preceduto, aiuta ad elevare i nostri pregi e a conoscere i nostri difetti, evitando di cadere vittima di falsi leader, narrazioni pericolose e ragionamenti contraddittori che, troppo spesso, vincono contro la logica degli eventi ed il pensiero ponderato.

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