Negli ultimi tempi si sono inasprite le disuguaglianze economiche
e sociali nel mondo, si è incattivita la società, sono aumentate le rivolte e
la violenza dei cops in tutto il mondo e crescono le acredini fra i governi. Di
pari passo è aumentata sensibilmente la necessità di dettare un ordine etico
dall’alto verso il basso, una morale conforme e trasversale per tutto il globo,
quello occidentalizzato intendo.
Mai come negli ultimi tempi il mercato dei media ci informa
continuamente su come dobbiamo comportarci in società, sulle parole da usare e
quelle da evitare, sulle minoranze da difendere e rispettare, sui comportamenti
accettabili e quelli da biasimare ecc. La morale individuale, mai così lontana
come oggi dall’essere appannaggio del singolo, è fortemente plasmata sulle
neo-ideologie nascenti alle quali deve sottostare, pena la diffamazione sociale
e la gogna pubblica. Mi riferisco al dilagare del politicamente corretto e del
buonismo, che non risparmia ormai nemmeno i comici (vedi il caso
Hunziker-Scotti), i programmi satirici (scorretti per definizione) o i cartoni
animati (biancaneve il bacio non lo voleva, è stata abusata!).
Ecco come interpreto personalmente la questione.
Il sistema mediatico ci fornisce i canali di sfogo per
pulire la nostra coscienza dalla colpevolezza che pende sulle teste di tutti
noi in questo fantastico e spettacolare tempo in cui ci troviamo volenti o
nolenti a vivere. Per accettare le
disuguaglianze, l’immoralità e le aberrazioni della società contemporanea
abbiamo bisogno di pulire la nostra coscienza, altrimenti sarebbe
insopportabile per nostro super-ego continuare a vivere senza impazzire.
Abbiamo bisogno di un briciolo, seppur ormai minimo, di umanità e di coerenza e
lo facciamo accettando le tematiche mainstream che nell’ultimo decennio
ammorbano le pelotas e bombardano le meningi di tutti noi. Così diciamo di non
sopportare il razzismo, il fascismo (che non esiste più), diciamo di volere
l’inclusività ed il progresso, ci schieriamo a favore dei diritti dei
palestinesi, versiamo 5 euro ad amnesty international ecc. Tutte problematiche
tipiche del mondo civilizzato che sfrutta il resto del pianeta, pur
riconoscendone formalmente i diritti e promuovendo ogni forma di parità. Tutte
tematiche lontane da chi le sostiene, quanto più lontane sono tanto più
strenuamente sono difese, e vengono decantate sui social o difese al bar con
gli amici mentre si beve un Gin tonic; mica ci si va davvero in Palestina ad
imbracciare un kalashnikov o sulle spiagge indiane a pulire le coste, o in Africa
a portare acqua ad un bimbo del Burkina Faso, macchè.. se vediamo un poveraccio
per strada non siamo in grado di chiedergli come sta, se ha bisogno di un pasto
caldo o un letto dove dormire, o solo qualcuno con cui parlare… non gli diamo
nemmeno un euro probabilmente. Ma poco
importa della sostanza, ormai non esiste più da tempo, quello che importa è che
così facendo abbiamo espiato le nostre colpe e possiamo continuare a vegetare
nella nostra vita di profondo disinteresse verso il prossimo e verso lo stato
attuale delle cose.
Il paradosso, che è anche l’estremo capolavoro dei tempi
moderni, è che gli stessi artefici delle schifezze che ci circondano ci offrono
la possibilità di redimerci: il vaticano ci dice di essere buoni tramite la
figura del Papa progressista mentre lo IOR possiede il 30% del patrimonio
immobiliare italiano (su cui non versa le tasse) ed è azionista di industrie di
armi da guerra; i proprietari delle multinazionali inquinanti ci dicono di
riciclare la plastica, i titolari dei mezzi di comunicazione, concentrati nelle
mani di pochissimi, ci parlano di come sia importante la libertà di
informazione. E così le nostre convinzioni su cosa è eticamente auspicabile e
moralmente accettabile vengono modellate ad hoc, ed il risultato sono fantocci
inconsistenti, lontani dalle reali passioni dell’uomo medio, ridotto sempre più
a soggetto passivo e non parte attiva del processo di formazione dell’etica sociale.
Parole vuote come progresso, inclusività, uguaglianza,
sostenibilità, smart, green si stagliano come loghi illuminati sulla matrice
buia di vuoto cosmico in cui siamo immersi. Ipnotizzati come bambini al luna
park accettiamo tutta questa pubblicità e la facciamo nostra, senza
comprenderla e contestualizzarla, ma supportandola perché ci fa sentire parte
di un tutto, ci protegge, ci rassicura, e soprattutto, ci pulisce l’anima.
Quello che è insopportabile è la propaganda vuota di
contenuto, l’ambiguità di un mondo-mercato che dice di volere l’uguaglianza
mentre pratica ogni giorno la violenza e inasprisce le disuguaglianze, che
vuole ridurre tutto al conformismo per mascherare le meschinità evidenti che ci
circondano.
Un po' come faceva la Chiesa in passato: combatteva nelle
crociate e poi vendeva le indulgenze, ed i fedeli compravano la salvezza
dell’anima in cambio della possibilità di continuare a vivere nell’egoismo e
nel disinteresse.
Non voglio fare un’accusa all’egoismo disinteressato, ma
all’insopportabile ipocrisia di chi ha bisogno di appoggiare campagne buoniste
per affermare la propria civiltà, mentre continua a vivere nell’assoluta
indifferenza e nel torpore la propria misera vita. Ritengo ben più dignitoso il
primo atteggiamento rispetto al secondo, che mi risulta indigesto; come diceva
Manuel Agnelli prima di vendersi ad X-factor,” bacia il colpevole se dice la
verità”, o Camus nello Straniero, o Nabokov in Lolita, tutti ideatori di
personaggi rei ma onesti, sinceri, consapevoli della propria misera condizione,
e per tanto perdonabili, addirittura simpatici..
Al giorno d’oggi invece vedo solo replicanti buonisti che
preferiscono nascondere le proprie mediocrità dietro una maschera sociale. Che
rinunciano la via dell’onestà intellettuale per abbracciare il più comodo
servilismo comunitario. Esseri senza spina dorsale e senza pensiero critico,
amebe sociali che ripetono mutevoli dogmi piovuti dal cielo, che, come
preghiere per i fedeli, li aiutano ad espiare le proprie colpe e ad autoconvincersi
che va tutto bene, che la strada è quella giusta, che il cammino è corretto e
bisogna solo estirpare qualche erbaccia.
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