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DOGMATISMO, BIGOTTISMO, TOTEM E TABU' DEL NOSTRO TEMPO di Mario Merola



Riceviamo e volentieri pubblichiamo da un compagno della giovanile del PC.

Premessa. Questo pezzo o articolo non ha alcuna velleità teorica, né vuole ergersi ad analisi definitiva della situazione concreta ed attuale che il nostro campo sta attraversando. Per nostro campo si intende il campo socialista-comunista ove operano in maniera sparsa e confusa – salvo le dovute eccezioni – tutti quei partiti e movimenti che si proclamano comunisti e che aspirano alla trasformazione della nostra società in chiave socialista. 

Dogmatismo e bigottismo: i mali assoluti. 

Due morbi affliggono il nostro campo e sono appunto il dogmatismo e il bigottismo. Si tratta di due elementi o, per meglio dire, due atteggiamenti che chiunque si aspetterebbe di trovare nei fedeli di questa o quella congregazione religiosa e invece con grande sorpresa ritrova nel nostro campo. Il dogma è il marxismo-leninismo; il bigottismo è l'accusa di revisionismo tirata fuori ogni tre per due contro chiunque provi a fare un'analisi che non prevede la recitazione a memoria di qualche passo de “Il Capitale” di Marx o di “Stato e Rivoluzione” di Lenin. L'atteggiamento è chiaro e di facile esemplificazione: la nostra società va letta con le lenti forniteci di nobili Padri del Socialismo; va interpretata secondo le loro linee guida e poi ribaltata seguendo pedissequamente le loro gesta. 

Tutto questo, duole ammetterlo, è puro e semplice dogmatismo; uno scimmiottare ridicolo e grottesco di quella che fu una fase straordinaria e grandiosa che vide protagonista la nostra gente, con il famoso Assalto al cielo che mutò l'andamento della storia. 

Quell'assalto, però, oggi rappresenta la condanna del nostro stesso campo: centinaia di compagni si ritrovano oggi imbrigliati nei meandri della Teoria che sembra essersi fermata a Stalin o a Mao. Ogni tentativo di evoluzione, ogni speranza di dar linfa vitale ad un campo teoricamente moribondo, vengono soffocati sul nascere perché “la strada è stata già tracciata e noi non possiamo che seguire quanto detto, scritto e fatto dai nostri Grandi e Nobili Padri”. 

Sorvolando sul fatto che tali atteggiamenti presentano caratteri di onanismo mentale nella vana ricerca di un orgasmo ideologico, chiunque sano di mente che abbia capito anche soltanto 1/100esimo della teoria di Marx, si renderà subito conto di avere davanti la mortificazione di Marx, del Materialismo storico e del Materialismo dialettico. Infatti, l'insegnamento unico e fisso di Marx è stato quello sulla realtà, sulla natura: tutto è in continuo mutare sulla scia delle contraddizioni che la realtà stessa presenta; la teoria di Marx è dialettica perché dialettica è la risoluzione delle contraddizioni presenti un sistema; è storica perché anche nella storia umana è stata la dialettica ad incarnarne l'evoluzione, con il passaggio – anche violento – da una fase storica ad un'altra esattamente nel momento in cui le contraddizioni fra gli elementi pre-esistenti e i nuovi elementi in arrivo diventano insanabili, portando alla frattura prima ed alla rottura poi con il conseguente superamento di una situazione esistente e l'instaurarsi di una nuova situazione dominata da nuovi elementi subentrati dialetticamente. 

Marx, ma anche Lenin o Stalin, ci hanno fornito la chiave di lettura; ci hanno insegnato quali sono le debolezze – o le contraddizioni, per non offendere i puristi – del sistema in cui viviamo e che vogliamo abbattere a tutti i costi. Ma fissare la teoria, cristallizzarla su chi ha vissuto uno o due secoli fa, comporta automaticamente la rinuncia di tutti gli obiettivi politici e rivoluzionari. Il compito del nostro campo è produrre una nuova teoria che abbia le più ampie possibilità di riuscita quando sarà il momento di riprodurla nella prassi, pur consapevoli che la prassi mai coincide ed aderisce perfettamente alla teoria (cosa che i Nostri Padri sapevano benissimo). 

Questa semplici parole, queste idee così cristalline e chiare se proferite innanzi ad un uditorio sbagliato, affetto da cretinismo e dedito all'ortodossia dogmatica, comporterebbero le reazioni più scomposte dotate di due sole punte: “questo è revisionismo!” e “questo è opportunismo!”. Si tratta di reazioni ed accuse tipiche di chi professa un credo religioso e in quanto tale andrebbe epurato da ogni partito o movimento del nostro campo. 

Totem e Tabù: la morte del materialismo dialettico e storico. 

Il risultato naturale degli atteggiamenti dogmatici e bigotti è il sorgere di Totem e Tabù fra i compagni più intransigenti e ortodossi. 

Con riguardo a questo, gli esempi sono molteplici e questa abbondanza ci consente di inquadrare meglio gli atteggiamenti dei dogmatici. 

E per evitare di dilungarmi troppo, annoiando i lettori, mi concentrerò sull'atteggiamento dei militanti del “nostro campo” hanno avuto nei confronti della Pandemia da Sars-COv2 e nella gestione della stessa pandemia. 

In particolare, sin da subito, il coro dei comunisti è stato sempre “CHIUDETE TUTTO! GARANTITE TUTTI!” , sulla scia emotiva ed ideologica di quanto visto in Cina, dove il governo ha chiuso ed isolato un'intera regione per fermare la diffusione del virus. Per tutto il 2020 i comunisti hanno appoggiato e per certi versi sostenuto le politiche di chiusure stabilite dal Governo Conte nel Marzo 2020. L'appoggio a tali decisioni governative fece storcere subito il naso ai compagni e alle compagne più attenti e anche – bisogna ammetterlo in maniera cristallina – più radicali. Si è tentato allora una virata, che si è condensata tutta attorno alla mancata chiusura delle grandi fabbriche ritenute di importanza strategica anche in pandemia: in effetti le fabbriche che producono gli F-35 (caccia da guerra) non erano siti industriali di importanza fondamentale , tuttavia rimanevano funzionanti e produttive sottoponendo al rischio del contagio gli operai che vi lavoravano. 

Tenuto conto di questo, il campo dei comunisti è stato totalmente in silenzio rispetto a questioni ancor più importanti: nulla si è detto contro il protocollo di trattamento sanitario imposto dal Ministero della Salute passato alle cronache come “Tachipirina e vigile attesa” che ha aggravato il carico ospedaliero; nulla è stato detto a sostegno di un'altra terapia, diversa e efficace se applicata entro 48 ore dalla manifestazione dei primi sintomi, provata da migliaia di medici di famiglia e che ha salvato migliaia di vite. Il silenzio è calato anche sulle minacce di radiazioni dall'Albo dei medici arrivato dal Ministero della Salute contro questi medici che si sono rifiutati di eseguire il protocollo “ufficiale” e hanno preferito fare il proprio lavoro; nulla, i comunisti hanno taciuto anche qui. E che dire delle nuove chiusure dell'autunno del 2020? E l'evanescenza sulla violazione delle garanzie costituzionali a suon di dpcm e “stato d'emergenza”? 

Ma la cosa che più scandalizza – a mio parere – è il pedissequo accodarsi alla strategia vaccinale. I comunisti hanno commesso due errori – per me gravissimi – accettando la vaccinazione di massa. Il primo errore sta appunto nel aver accolto con soddisfazione l'inizio della campagna vaccinale, nel nome di una supposta fede nella scienza che non è comprensibile nel contesto socio-economico in cui viviamo (e spiegherò subito il perchè); il secondo errore consiste nel non aver neppure cominciato un dibattito, né all'interno dei vari partiti, né tra i vari partiti. 

La posizione comunista italiana – ed anche europea, visto la richiesta di abolizione del brevetto sui vaccini chiesto a gran voce dal KKE – è inaccettabile. Come si fa a non ricordarsi dell'insegnamento di Marx su Struttura e Sovrastruttura? 

La fiducia nella scienza è comprensibile in un contesto socio-economico dove la dittatura del proletariato guida la società; ma nell'attuale modello di sistema no, non è possibile. Questo non vuol dire negare il progresso scientifico, ma affermare ancora con più forza la validità del materialismo dialettico e del materialismo storico. Se la Struttura è rappresentata dall'economia e la sovrastruttura , influenzata e determinata dalla prima, è composta dalla politica, dalla forma di stato, dalla cultura e dalla scienza, perché la scienza dovrebbe sfuggire a questo schema? Perché la classe dominante – dedita alla ricerca del maggior profitto – dovrebbe determinare ogni aspetto delle sovrastruttura tranne la scienza? La situazione attuale appare chiarissima se letta con le lenti giuste, le lenti che solo Marx ci ha fornito. Il perché i comunisti abbiano gettato via tali lenti per accettare la gestione pandemica prima e la campagna vaccinale dopo ( con vaccini non testati né sicuri ) mettendo a rischio la vita di milioni di italiani, rimarrà un mistero per me. Mi auguro però che la storia un giorno possa assolverci.

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