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RIFLESSIONI ATTUALI di Simone Lodovici

 


Cari lettori e Care lettrici,


In questo articolo voglio elaborare una breve riflessione sui tempi attuali, parlandone a livello generale e ponendo come primo punto di partenza una brevissima disamina su un'opera importantissima, figlia del Rinascimento italiano e oggigiorno rappresentante non solo il nostro paese ma anche la  nostra specie: l'Uomo Vitruviano.

Questo disegno, conservato nelle Gallerie dell'Accademia a Venezia, è stato ideato intorno intorno al 1490 dal genio universale che rappresenta il nostro paese nel mondo, Leonardo da Vinci (1452-1519), e  raffigura un'uomo posto al centro di due figure geometriche: il cerchio ed il quadrato,  l'Universo e la Terra, la Creazione.

A prima vista non sembrerebbe, ma in tutto ciò è racchiusa l'essenza della filosofia rinascimentale che espressa molto semplicemente si può riassumere così: l'essere umano è in grado di conoscere l'Universo perché è formato dalla stessa forza che produce il mondo esterno. Perciò, la specie umana non solo è la misura di tutte le cose ma rappresenta la perfezione del creato.

Una brevissima descrizione, quella appena esposta, che evidenzia come l'Umanesimo e la grande filosofia Classica abbiano influito sul Rinascimento e fra le altre nozioni che si potrebbero sottolineare , ne sussiste una sulla quale è necessario prestare attenzione sia per via della sua originalità e sia perché ai giorni nostri potrebbe suonare piuttosto ambigua : l'Arte e la Scienza sono strettamente collegate fra di esse perché entrambe svolgono un ruolo di interpretazione del Creato.

Questo "strano" rapporto viene descritto molto bene da Luigi Grasselli, professore ordinario di Geometria presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, spiegando come nel XV secolo, a differenza dei giorni nostri, le figure dell'artista e dello scienziato ambivano entrambe ad interpretare il Creato mediante lo stesso atto creativo dove il primo, con l'opera d'arte, voleva rendere esplicita  l'armonia che regola il Creato secondo parametri soggettivi mentre lo scienziato, d'altro canto, voleva studiare e ricercare le leggi che governano il Creato stesso tramite metodi e criteri rigorosi.

Questi interessanti insegnamenti, che denotano, molto evidentemente, un'importante similitudine fra il ruolo dell'artista e dello scienziato sono essenziali da comprendere specialmente nel mondo globalizzato in cui viviamo dove I cambiamenti sono veloci, le incomprensioni sono tante, anzi troppe e dove le soluzioni sembrano essere scarse. Ma questa, si sa, è un'epoca di enormi contraddizioni : la quarta rivoluzione industriale in corso e della rivoluzione ecologica sono importanti passi in avanti che offrono numerosi vantaggi ma tuttavia sono affiancati da paradossi e da pericoli che sono omessi, edulcorati oppure ignorati.

Un'epoca, questa, in cui sia la dimensione del Bello che quella dell'Armonia sono entrambe banalizzate a favore di ciò che è utile al Mercato, il grande protagonista della nostra era.

Quest'ultima osservazione, seppur semplificata, palesa e rende più comprensibile come il ruolo dell'artista e quello dello scienziato sembrano essere sempre di più agli antipodi anche se, come abbiamo visto, hanno in comune l'obiettivo più importante: l'interpretazione del Creato.

I problemi di natura personale, sociale ed universale pongono costantemente le persone ad ad una ricerca permanente di soluzioni alternative dalle quali sia possibile generare delle ragioni e delle motivazioni convincenti per aderire ad un determinato "Sistema". Questa è la più grande contraddizioni dei nostri tempi.

Questa è l'epoca in cui si esaltano la trasgressione, dell'originalità e della libertà d'espressione, a meno che non si vada incontro al così detto "politicamente corretto" : è l'epoca dei grandi cambiamenti in cui tutto appare ma niente si conosce veramente, e dove i grandi pericoli si percepiscono solo con l'intuito senza passare il vaglio della ragione. A questo punto è opportuno riprendere una famosa citazione dello storico israeliano Yuval Noah Harari, espressa nel suo libro del 2018 21 lezioni per il XXI secolo :<< Le cose non sono mai andate meglio, le cose continuano ad andare piuttosto male, le cose possono andare ancora peggio>>.

Una descrizione semplice e schietta del nostro tempo, oggi più attuale che mai perché questa è l'epoca del paradosso  dove gli inganni di una coercizione hard, unita alla persuasione soft, genera il potere smart  creatrice delle stesse contraddizioni che generano quel tipo di confusione che ci fa scambiare le minacce per punti di riferimento e viceversa.

 

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