Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Il
mondo della ricerca biomedica e quello del giornalismo, pur sembrando del tutto
estranei l'uno all'altro, condividono un momento centrale e per entrambi
assolutamente imprescindibile, ovvero la fase dell'indagine. Tuttavia, al
contrario di quanto accade in ambito biomedico, in cui è possibile e necessaria
un'oggettivazione basata sull'evidenza delle fonti da cui si attinge, nel
giornalismo questo non è possibile. Provando infatti ad applicare una
metodologia scientifica in ambito giornalistico, ci si ritrova spesso di fronte
ad ostacoli difficilmente superabili
dovuti alla naturale tendenza delle notizie “reali” a diradarsi e
modificarsi contestualmente alla loro diffusione, e l'unica strada percorribile
è quella di elaborare un'ipotesi in base alle poche nozioni certe che si hanno.
In questo articolo, alla "maniera giornalistica" si ragiona nel campo
delle ipotesi, non delle certezze.
Cercando di essere il più neutrali ed
imparziali possibile, tramite una disamina delle poche fonti certe a disposizione,
si cerca di offrire una panoramica d'insieme sul ruolo e la struttura dell'OMS
e su alcuni aspetti di politica sanitaria relativi al discorso delle campagne
globali di immunizzazione. Per quanto concerne l'impostazione finanziaria
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ciò che si sa con certezza è
che l'OMS riceve dei finanziamenti obbligatori dagli stati membri, e dei
finanziamenti volontari sia dagli stati membri che dai cosiddetti NSAs (Non
state Actors). I finanziamenti volontari da più di un decennio fanno la parte
del leone, rappresentando ogni anno circa il 70-80 % dei contributi totali
(1-8). Tra i non-State actors vi sono 4 categorie di finanziatori: aziende
private, gruppi accademici, ONG e gruppi filantropici. Esiste un documento a
tal proposito, il "Framework of engagement with
non-State actors" (FENSA) del 2016 che regola gli accordi tra OMS e NSAs
(9), definendo anche in quali circostanze un lecito accordo tra le parti in
causa (lecito perchè a guadagnarci sono sia gli NSAs, in termini economici, sia
l'OMS, in termini di miglioramento della situazione sanitaria globale) rischia
di sfociare in un illecito conflitto di interessi (9). Prima di parlare di
conflitti di interessi, bisogna fare un passo indietro e definire quelle che sono
le priorità e gli obiettivi in ambito sanitario prefissati dall'OMS nelle
assemblee mondiali della sanità (WHA), che si tengono annualmente a Ginevra
(1-8). Per citarne alcuni: la lotta alla malnutrizione, alle malattie croniche
non trasmissibili, l'immunizzazione di massa nei paesi in via di sviluppo,
l'eradicazione della poliomielite e della malaria, la riduzione del tasso di
obesità e così via. In base a questi obiettivi e in base ai finanziamenti,
obbligatori o volontari, messi a disposizione dagli stati membri e dagli NSAs,
ogni due anni si stabilisce un "bilancio programmatico", cioè si
decide come saranno ripartiti i fondi disponibili nei due anni successivi, nei
seguenti macroambiti di investimento (1-8):
· malattie trasmissibili
· malattie croniche non trasmissibili
· promozione della salute attraverso tutto il ciclo della vita
· sistemi sanitari
· preparedness, sorveglianza e risposta
· funzionamento e servizi
Il direttore dell'OMS e i rappresentanti degli stati membri
stabiliscono come avviene la ripartizione del denaro fornito dai soli
contributi obbligatori statali (circa il 25% del totale), mentre per quanto
riguarda i contributi volontari (annualmente circa il 75%), sono gli stati e
gli NSAs a stabilire, a priori, in quale progetto investire. Dai bilanci
programmatici biennali si evince come alcuni settori di investimento siano
"privilegiati" dai contribuenti volontari, in particolare il settore
delle malattie trasmissibili, il quale a sua volta include i diversi progetti
di immunizzazione su larga scala. Del resto, le campagne vaccinali
rappresentano attualmente uno dei mezzi più efficaci di prevenzione primaria
per numerose malattie infettive. Va tenuto però in considerazione che, nel
settore sanitario, un provvedimento o un investimento può definirsi eticamente
corretto se si considerano ottimali i rapporti rischio/beneficio e
costo/beneficio dello stesso. Alcuni obiettivi risultano essere "più
prioritari" di altri, proprio perchè hanno dei rapporti migliori. Dunque,
un denominatore comune in questi rapporti è rappresentato dal
"beneficio" inteso in termini di salute globale. Se si cominciasse a
considerare il rapporto "guadagno economico/costo" come primum
movens della ricerca scientifica o degli investimenti dell'OMS, ecco che si
cadrebbe nell'illecito, oltre che nel non etico.
Dai resoconti delle stesse assemblee mondiali della sanità si
osserva come alcuni obiettivi, primo fra tutti la lotta alle malattie croniche
non trasmissibili (prima causa di morte, sia nei paesi industrializzati che in
quelli in via di sviluppi), siano più impellenti di altri (1-8), compresi gli
obiettivi inerenti al campo delle malattie trasmissibili. Ovviamente, per ogni
singolo progetto di vaccinazione su larga scala esistono dei diversi rapporti
costo/beneficio e rischio beneficio (differenti ad esempio per le campagne di
eradicazione della polio, l'epatite b, le varie influenze, lo pneumococco, il
nuovo coronavirus e così via).
Nella relazione della WHA del 2015 si legge che l'allora direttore
in carica dell'OMS, la Dottoressa Margaret Chan ( direttore generale dell'OMS
dal 2007 al 2017), "ha fatto riferimento alla necessità e all’urgenza di
lavorare con i Paesi, i partners internazionali e i donatori per
rafforzare i sistemi sanitari e per dare piena applicazione al Regolamento
Sanitario Internazionale (“International Health Regulations – IHR”)"
(6). Dunque, da parte dell'OMS sembra esserci consapevolezza del fatto che una
riorganizzazione del sistema sanitario e un'adeguata educazione del personale
sanitario nei paesi in via di sviluppo sarebbero provvedimenti più appropriati,
rispetto agli investimenti in progetti di vaccinazione a tappeto, che una volta
terminati lascerebbero i paesi beneficiari in condizioni identiche, se non
peggiori, a quelle di partenza.
Molti di questi progetti vengono resi possibili mediante la
collaborazione tra l'OMS e la GAVI Alliance, un'associazione internazionale
nata nel 2000 con l'obiettivo di migliorare l'accesso all'immunizzazione nei
paesi più poveri (10). La GAVI, sospinta nei suoi albori da un investimento
della Gates Foundation di 750 milioni di dollari, si fonda su un partenariato
pubblico privato globale (GPPP) che vede coinvolti (al 31 dicembre 2015) 24
Paesi donatori, la Commissione europea, diverse organizzazioni private commerciali
e filantropiche e ben 77 paesi beneficiari. Inoltre, l'alleanza può fare
affidamento su meccanismi finanziari cosiddetti "innovativi", ovvero
il IFFIm (i "vaccine bonds"), gli AMCs (ovvero impegni a lungo
termine presi dai paesi donatori con case farmaceutiche per l’acquisto di
prodotti con limitata domanda sul mercato), e il GAVI Matching fund (un
investimento congiunto del Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del
governo britannico e della Fondazione Bill & Melinda Gates di 130 milioni di
dollari, nonché di un equivalente ammontare fornito da fondazioni, imprese e
loro partner) (10).
Il consiglio di amministrazione della GAVI è composto da ventotto
seggi: dieci destinati ai governi (di cui cinque ai paesi donatori e cinque ai
beneficiari), due alle industrie dei vaccini (GSK e Pfizer), cinque tra
organizzazioni o altre parti interessate (OMS, Banca Mondiale, UNICEF,
Fondazione Bill & Melinda Gates), uno alle organizzazioni della società
civile, nove ad indipendenti (singoli individui “non affiliati") e un
seggio appartiene al direttore esecutivo (CEO) (10).
I Paesi beneficiari (quelli a basso e medio reddito) partecipano
in veste di co-finanziatori, il cui contributo al fondo della GAVI Alliance
varia in base al loro reddito: paesi a basso reddito contribuiscono con una
quota fissa per dose, indipendentemente dal costo del vaccino in questione,
pari a 0,20 dollari statunitensi; i paesi a medio reddito in “Fase 1” e “Fase
2” contribuiscono con un ammontare progressivamente crescente del 15% annuo,
fino al raggiungimento del "prezzo pieno" del vaccino (10-11).
Dunque, anche se la Gavi Alliance
nasce con l'intento di permettere, a prezzi accessibili, una vaccinazione di
massa nei paesi meno sviluppati non sempre questi vaccini sono di facile accesso
per i principali destinatari di questo servizio, come si evince dal discorso
tenuto dalla Dr.ssa Chan durante la WHA del 2014, il quale recita come segue:
"circa il 70% dei poveri del mondo vive in paesi a medio reddito.
Raggiungere lo status di paese a medio reddito significa tra l’altro, per il
numero sempre crescente di paesi che ottengono questo risultato, perdere la
possibilità di ricevere il sostegno del Fondo Globale e del GAVI e di ottenere
prezzi agevolati per i farmaci. Dobbiamo allora porci alcune domande. La
crescita economica si accompagnerà a un incremento proporzionato dei budget
nazionali per la salute? I paesi metteranno in atto politiche per garantire che
i benefici siano condivisi in maniera equa? In caso negativo, il mondo vedrà un
numero crescente di paesi ricchi pieni di persone povere." (5).
La "Bill & Melinda Gates Foundation" (BMGT) ad oggi
è il più generoso finanziatore volontario privato dell'OMS, ed il secondo in
assoluto, preceduto solo dallo stato americano. Il filantropo statunitense, nel
2011, è stato il primo ed unico "privato" ad avere la possibilità di
intervenire all'interno di un'assemblea mondiale della sanità (2), ed è
indubbio che se venisse a mancare il suo contributo economico diversi progetti
dell'OMS non potrebbero esistere (11-12). Inoltre, come si è detto la Gates
foundation ha una partnership da centinaia di milioni di dollari con la GAVI
Alliance, oltre ad averne dato avvio a inizio millennio, e ad avere un seggio
fisso nel suo consiglio di amministrazione (10).
Nel 2017 nasce il CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness
Innovations), allo scopo di rendere rapidamente ed economicamente disponibili
vaccini contro eventuali agenti biologici epidemici futuri. Il CEPI, come la
GAVI Alliance, è un GPPP, dunque si basa sulla partnership di pubblici (stati
membri) e di privati (tra cui la Gates Foundation e il Wellcome Trust). Il CEPI
ha stipulato partnership sia con enti di ricerca per un vaccino contro il
Sars.Cov-2 responsabile del COVID19, sia con aziende farmaceutiche che avrebbero
poi dovuto occuparsi della fabbricazione del vaccino su larga scala. Tra questi: CureVac, Gsk, Inovio, The University of
Queensland, e Moderna Inc. e l’U.S. National Institute of Allergy and
Infectious Diseases (13).
Quindi, enti come CEPI e GAVI fungono da "intermediari"
tra tutti i loro partner, cioè Stati (donatori o beneficiari), filantropi e
privati, enti pubblici e di ricerca, ONG e ovviamente case farmaceutiche,
mediando prima l'acquisto all'ingrosso di vaccini dalle industrie farmaceutiche,
e successivamente la vendita agli stati beneficiari.
Questi i dati certi reperiti da fonti ufficiali, sulla base dei
quali vorrei fare delle considerazioni: enti pubblici e privati, ovvero Stati
membri e NSAs, presiedono alle assemblee della WHO, e tramite contributi su
base volontaria esercitano potere decisionale su manovre politico-sanitarie di
interesse globale, poiché hanno piena libertà di investire i propri
finanziamenti volontari su un qualunque progetto, indipendentemente dal fatto che
questo progetto abbia un rapporto costo/beneficio più vantaggioso di un altro
(cosa auspicabile all'interno di un'organizzazione che si fa garante della
salute di tutti). Inoltre, gli stessi enti pubblici e talvolta gli stessi
privati hanno dato vita, mediante i propri finanziamenti, a partenariati come
la GAVI Alliance ed il CEPI, attraverso i quali vengono gestite ingenti somme
di denaro (proveniente dalle tasche dei cittadini degli Stati membri, oltre che
da quelle di privati) per la compravendita di vaccini su larga scala.
Dunque, il rischio di cadere in un conflitto di interessi esiste e
non può essere ignorato dal momento che denaro pubblico e privato viene
investito in progetti destinati a tutelare la salute di ognuno, transitando
attraverso le casse di partenariati a loro volta fondati tramite finanziamenti
degli stessi enti pubblici e privati, e sarebbe opportuno indagare
ulteriormente e far maggior chiarezza fra i rapporti che intercorrono fra i
numerosi attori in gioco qui menzionati.
Questo articolo non vuole essere un'invettiva nei confronti dei
rappresentanti di Stato dell'OMS, né nei riguardi di quei privati che decidono
di investire il proprio denaro nella Sanità, ma semplicemente vuole offrire al
lettore una prospettiva su un argomento molto delicato ed ultimamente assai
dibattuto, sperando di generare delle riflessioni costruttive ed alimentare un
senso critico nei confronti di questioni che riguardano tutti.
Resoconti PDF delle Assemblee Mondiali della Sanità, presenti sul
sito ufficiale dell'OMS e su http://www.salute.gov.it/portale/rapportiInternazionali/dettaglioContenutiRapportiInternazionali.jsp?lingua=italiano&id=3752&area=rapporti&menu=mondiale :
1. OMS 2010
2. OMS 2011
3. OMS 2012
4. OMS 2013
5. OMS 2014
6. OMS 2015
7. OMS 2016
8. OMS 2017
9. FENSA (allegato)
10. AA_GAVI (allegato)
11. https://publicspace.who.int/sites/GEM/official_relations_details.aspx?id=38
12. https://publicspace.who.int/sites/GEM/official_relations_report_details.aspx?id=38
13. https://www.startmag.it/innovazione/vaccini-covid-19/
14. CEPIoriginalPolicy_2017 (allegato)
15. CEPIEquitableAccessPolicy_2018 (allegato)
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